La genesi dell’Accademia dello Scivolo risale alla ludica Banda del Marameo costituita a Crema nel 1968: l’anno della contestazione giovanile.
Tale banda verrà teorizzata dalla casa editrice Trieb fondata a Crema nel 1970 e si evolverà nel teatro di Oklaoma.
Nel 1988 (periodo in cui l’immaterialità finanziaria sta per entrare nel sistema dell’arte) il Teatro di Oklahoma si trasforma in Banca di Oklahoma prima e poi in BdO Ltd con sede a Lugano.
Sarà proprio la BdO Ltd, negli anni della costituzione dell’Europa Unita e della diffusione di Internet, a produrre, insieme agli ex-studenti dell’Accademia di Belle Arti di Brera, i personaggi virtuali (Cristina Karanovic, detta Cristina Show, Angelo Spettacoli, Andrea Bortolon e Met Levi), che dopo svariate traversie fondano nel 2007-2008 , nell’ex-scatolificio ILCO a Bagnolo Cremasco, l’Accademia dello Scivolo.
Sono gli anni in cui il filosofo Andrea Bortolon scrive il libro Un dio non può farsi male e i filosofi Romano Luperini Maurizio Ferraris pubblicano rispettivamente La fine del postmodernismo e il Manifesto del nuovo realismo.
L’Erlebniss dell’Accademia dello Scivolo
1.Avventura 2007. La fuga da Lugano a Crema verso un Mondo Nuovo
Il filosofo Andrea Bortolon, l’artista Cristina Karanovic, il critico d’arte Angelo Spettacoli, il fotografo Met Levi, spaventati dalla chiusura della B.D.O. Ltd., fuggono squattrinati da Lugano e si rifugiano nello studio di Aldo Spoldi a Bagnolo Cremasco.
2.Avventura 2008. L’acquisto in Borsa di acqua
Nello studio di Aldo Spoldi, il filosofo, l’artista, il critico d’arte e il fotografo capiscono che le loro identità virtuali e multimediali sono a rischio e, consci che l’acqua può essere l’elemento indispensabile per il mondo globalizzato, comprano sulla Borsa italiana, con gli ultimi risparmi, ETF Lixor Word Water
3.Avventura 2008. La costituzione dell’Accademia dello Scivolo e la conquista della terra.
Angelo Spettacoli, su consiglio di Patrizia Gillo, nomina lo studio di Aldo Spoldi Accademia dello Scivolo, stende un patafisico ma civile statuto e, mosso dal motto “Qui non si lavora, si gioca” disegna un marchio, progetta un logo, realizza un timbro e innalza una bandiera.
Saranno proprio le riflessioni sulla realtà e sulla terra che porteranno i membri dell’Accademia dello Scivolo ad Aprire le trattative con il Comune di Bagnolo Cremasco per lo scambio della terra Vascavolano, adiacente all’immobile dell’Accademia, con la replica della scultura Il mangiatore di Mondi. Tali trattative si concluderanno con un regolare contratto. L’11 gennaio 2014 Laura Locatelli, detta Laura Beuys, affonda nel terreno conquistato e innalza la prima bandierina dell’Accademia dello Scivolo. In tale occasione viene pubblicato un nuovo numero del Giornalino.
4.Avventura 2008. Il convegno sulla fine del Postmoerno e del mondo globalizzato.
Le riflessioni elaborate nel convegno porteranno il filosofo Andrea Bortolon ad affermare che non tutto è interpretazione e che è giunta l’ora della terra e della realtà e inizia a scrivere il libro Un dio non può farsi male in cui la fine del Postmoderno viene letta come maturazione biologica e agricola.
5.Avventura 2011. Il Mondo Nuovo
Il libro Un dio non può farsi male di Andrea Bortolon, bandierine, marchi, timbri, giocattoli dell’Accademia dello Scivolo verranno ufficialmente presentati alla Fondazione Marconi.
6. Avventura 2012. La Tournée del Camper e il Giornalino
Utilizzando gli interessi maturati sugli ETF Lixor Word Water, l’Accademia dello Scivolo commissiona ad Aldo Spoldi l’allestimento di un camper fatto per evadere dalla società marketing. La tournée del camper, curata da Renato Barilli, parte dall’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e farà tappa allo Studio Vigato di Bergamo, a Firenze alla Galleria Frittelli Arte, all’Albereta di Gualtiero Marchesi a Erbusco, da Giuliano Gori a Villa Celle a Santomato di Pistoia, all’Accademia Albertina di Torino. Per tale occasione lo Studio Vigato, su consiglio di Giorgio Marconi, edita il n.° 0 del Giornalino dell’Accademia dello Scivolo, curato da Loredana Parmesani e Patrizia Gillo e impaginato da Studio Publica.
7.Avventura 2014. L’Accademia dello Scivolo sfida la Factory di Andy Warhol
Curata da Eleonora Petrò, viene presentata la mostra Dalla factory di Andy Warhol all’Accademia dello Scivolo di Aldo Spoldi e nell’occasione viene anche costituita la Banda
di Vascavolano e pubblicato un nuovo numero del Giornalino.
8.Avventura 2014. Le due tesi
Il Comitato Scientifico dell’Accademia dello Scivolo legge la tesi di Valentina Sonzogni Così segue il suo ciclo…, discussa all’Accademia di Belle Arti si Brera e quella di Serena Maccianti Artisti contro, sostenuta all’Università Ca’ Foscari di Venezia.
Patrizia Gillo, dopo aver scoperto che sulla schiena di Serena sono tatuate le chiavi di violino della celebre foto che Man Ray a fatto a Kiki de Montparnasse, le vede accomunate sul tema dell’erotismo.
Dice anche a Valentina di trasformare la terra conquista in femmina e a Serena di trattare la donna terra come Man Ray ha fatto con Kiki de Montparnasse, affidandole l’incarico di organizzare la mostra Storia di terra, terre di storia. Un nuiovo numero del Giornali verrà pubblicato per tale occasione.
9.Avventura 2014. Il quadro diventa paesaggio
Patrizia Gillo affida all’architetto Angelo Galvani il compito di trasformare il quadro e la tesi di Valentina in architettura paesaggistica e suggerisce ad Aldo Spoldi di inserire nel quadro La Terra Vascavolano le chiavi del Violon d’Ingres tatuate sulla schiena di Serena.
10.Avventura 2015. Il cantiere: Pozzo n. 1
In maggio iniziano i lavori che trasformeranno quadro, tesi e progetti architettonici in vallata. Nell’estate 2015 si scava nella terra conquistata Vascavolano il Pozzo n. 1 dell’acqua profondo 19 metri. Si modellano io seni, si scava e modella il lago e viene anche realizzata una interrata canalizzazione di acque. La terra conquista si trasforma in donna e questa in una seducente valle agitata dal Violon d’Ingres. Tutto sarà visibile nella mostra Storia di terra, terre di storia, curata da Serena Maccianti, il 1° aprile 2016.
11.Avventura 2016. La scalata al castello di Rivara
L’Accademia dello Scivolo costruisce una scala di birilli colorati alta più di 12 metri, un’altezza che permette al Comitato Scientifico dell’Accademia dello Scivolo di non scivolare in basso, ma di arrampicarsi in alto e penetrare nel castello. All’interno il Comitato Scientifico, insieme al futuro Governatore Daniele Bevacqua, progetta L’Istituto Centrale dell’Accademia dello Scivolo e viene anche deciso un suo debito pubblico e stampato il prototipo della sua cartamoneta: il Tallero Vascavolano. Per tale occasione viene stampato un nuovo numero dedicato del Giornalino a cura di Serena Maccianti.
12.Avventura 2016. L’Istituto Centrale dell’Accademia dello Scivolo, i Talleri e l’Obbligazione
Nel dicembre 2016 a Lugano, Andrea Del Guercio e Daniele Bevacqua, nella forma di conferenza stampa, presentano nella sede della Five Gallery le emissioni (obbligazioni) del Libero Stato dell’Accademia dello Scivolo (una decennale e l’altra trentennale) convertibili in acqua del pozzo. Coniano anche una moneta-giocattolo del valore di 10 Talleri e stampano due cartemonete del valore di 1 e 2 Talleri.
13.Avventura 2017. Andrea Bortolon alla conquista di Alessandra
Incredibile! La scultura Il Mangiatore di Mondi, che raffigura il filosofo Andrea Bortolon che pedala su un monociclo, si è innamorata! Dopo La conquista della Terra Vascavolano a Bagnolo Cremasco riuscirà il filosofo a conquistare la terra-donna? La statua, invaghita di Alessandra, è scesa dal monociclo che la fissava come un monumento ad un pesante basamento, ha indossato l’abito blu gessato del Teatro di Oklahoma-Whisky Quiz e, armatasi di una margherita e un di “mondo nuovo”, si è lanciata in un salto acrobatico (all’altezza di quattro metri) verso il balcone ricoperto di edera di Alessandra.Con l’acrobatico salto Andrea raggiungerà l’obiettivo e insieme sfoglieranno la margherita e i petali diranno se abbracciarsi oppure no. Su tale vertiginoso innamoramento, Patrizia Gillo ha scritto: “Caro Andrea, le sculture e le pitture hanno sempre sedotto tanto, ma tu fai venire il capogiro a Il bacio di Hayez e credo proprio che l’acquerello di Tranquillo Cremona intitolato L’edera sia l’humus di questa tua ultima avventura. Non è il Pozzo d’acqua n. 1 che ha reso possibile l’Accademia dello Scivolo? Tale vertiginoso innamoramento è stato approvato dal Comitato Scientifico dell’Accademia dello Scivolo. Più di mille persone, mosse dal motto “Qui non si lavora, si gioca”, hanno collaborato a realizzare l’acrobatico salto della scultura Il mangiatore di mondi. Tutti, ma proprio tutti gli allievi dell’Accademia dello Scivolo hanno schizzato con carboncino e progettato con riga e squadra l’innamoramento del filosofo Andrea Bortolon. Chi e Andrea? E’ l’autore dei libri Lezioni di filosofia morale e Un dio non può farsi male. Alla realizzazione del fantastico salto di Andrea hanno collaborato: l’Istituto Centrale dell’Accademia dello Scivolo, con un conio di 10 Talleri emesso a Lugano che ha permesso di comprare la carta da spolvero, il carboncino, il fissativo, carrucole e filo rosso, la Banca di Oklahoma che ha ceduto due Brunelli di Piero Gilardi, uno di Bertozzi & Dal Monte Casoni e due dei Plumcake per costruire la scultura in legno, Angelo Spettacoli che ha venduto alla borsa italiana due quote di Lyxor Ucits Etf World Water per comprare gli acquerelli necessari, il Teatro di Oklahoma che ha regalato l’abito blu gessato e fotografato da Giorgio Colombo nel 1977 e, infine, la Banda del Marameo che ha accompagnato il salto con un gioioso sorriso.
14.Avventura 2018. San Valentino: la fuga di Andrea Bortolon
Scendendo dalla fissità del suo basamento, la scultura Il mangiatore di mondi rappresentante Andrea Bortolon, si scalda i muscoli, fa stretching ed inizia il conto alla rovescia: 3,2,1… Pronti, via!! Allo zero la statua s’alza, scatta, salta. Più fiducioso di Kierkegaard tenta il salto mortale. Ma, ahimè, a 3 metri d’altezza si arresta e sosta nel punto morto. A 50 cm da Alessandra, perdendo la forza di accelerazione, Il mangiatore di mondi entra in crisi gravitazionale e si angoscia. Precipitando verso terra, però, si accorge di essere fatalmente attratto dalla tela Emotività di Malevic dipinto da Arianna De Stefani. Il filosofo teme e trema che la tela dai passionali colori cangianti, possa rompere gli equilibri e le relazioni sentimentali con Alessandra. Paventa il trio ma non può farci nulla: lo zampillo di emozioni si espande in un’onda fatale che trascina Andrea in compagnia di Arianna e Malevic in un’inevitabile tournée. L’appassionato tsunami spinge i tre prima all’Accademia di belle arti di Brera dove rubano il marchio dell’istituzione braidense, in seguito naufragano alla Fondazione Marconi dove sgraffignano il motorino rosso Ferrari dal quadro Il mondo nuovo. Il trio cavalca le onde sino all’Accademia dello Scivolo di Bagnolo Cremasco portandosi il marchio e poi all’arrembaggio per Lodi alla cattedrale vegetale di Giuliano Mauri (un altro degli artisti presenti anche a Torre Fornello). Subito dopo, trasportati dalla corrente, ormeggiano ad Arena Po, accolti da Gaetano Grillo e dal Sindaco della città. Giungono infine alla «Vigna delle arti» per riposare sulla Panchina-vite costruita da Cristina Karanovic, detta Cristina Show, nel 2001.
15.Avventura 2018. La storia del mondo, Fondazione Marconi
16. Avventura 2018. Andrea Bortolon, su invito di Gianluigi Colin, fugge sulla prima pagina del La Lettura sul Corriere della Sera
17. Avventura 2019. Peinture écriture. Andrea Bortolon e Arianna Ded Stefani al Musee de Vencesu invito di Rosalba Xerra Sironi
18. Avventura 2019. il ritorno di Andrea Bortolon.
Le Avventure di Aldo. Archivi come connessioni di tempi.
Qui l`articolo di Renato Barilli per l`occasione.
Un progetto che propone una nuova modalità di interpretazione dell’archivio partendo da quello del Museo della Figurina, affiancando la produzione e la ricerca dell’artista cremasco, al metodo di lettura e ricerca dello storico dell’arte.
Le avventure di Aldo è la mostra di Aldo Spoldi a cura di Francesca Zanella che si tenuta dal 4 marzo al 5 giugno 2022 al Museo della Figurina e nelle sale superiori di Palazzo Santa Margherita.
Partendo da un’anali si del percorso di Spoldi e focalizzandosi sulle sue opere e progetti particolarmente significativi, la curatrice e l’artista hanno esaminato assieme l’Archivio – quello del Museo e quello di Spoldi – per dare vita a un’esposizione fondata sul confronto tra i due sistemi: l’immaginario delle figurine e la visione dell’artista.
La produzione di Spoldi è caratterizzata dalla natura fortemente teorica del suo lavoro, dalla connessione tra parole e immagini e dal linguaggio narrativo e performativo: da sempre compone i suoi lavori trattando la superficie (dalla tavola di legno, alla parete) come lo spazio di azione dei suoi personaggi e alter ego. Attinge dal suo archivio personale per generare nuove opere (Il vigile e la traduzione in 3D dei personaggi virtuali Angelo Bortolon, il Mangiatore di Mondi e Cristina Show….), mettendo in scena nuove narrazioni, in cui alcune costanti della riflessione dell’artista (la stratificazione del tempo, il gioco, la dimensione economica dell’arte), sono riattivate, assumendo ulteriori significati, creando nuovi mondi. Questa modalità d’azione e di visione dell’artista si intreccia così con i tanti racconti che si possono comporre con le figurine: la storia delle esplorazioni, l’innovazione industriale e la storia del lavoro, il mondo delle merci e la città, il gioco, la fiaba, il romanzo e il museo, le maschere e le divise, le monete e i francobolli. Anche le figurine rappresentano dispositivi di narrazione nati per veicolare messaggi attraverso la loro ricomposizione all’interno di album, attraverso la raccolta e lo scambio, generando giochi e competizioni protratti nel tempo.
Le avventure di Aldo. Archivi come connessione di tempi sono, per questo, l’esito dell’incontro tra l’artista e il ricercatore, tra l’artista e il visitatore chiamato a contribuire, a riflettere e a giocare, anche nei laboratori didattici che hanno accompagnato lo svolgimento della mostra.
Museo della figurina di Modena: I giochi di Aldo a cura di Francesca Zanella.
Dall`alto a sinistra verso destra i 12 Marchi:
La Banda del Marameo (1968); Giorgio Thompson & Met Levi (1968); Teatro di Oklahoma (1974); Oklahoma srl (1988); Scuderia di Oklahoma (1989); B.D.O. Ltd (1994); Il museo degli Umoristi (1994); Cristina Show (1996); Andrea Bortolon (1998); Angelo Spettacoli (2000); Accademia dello Scivolo (2008); Accademia dello Scivolo – I.L.C.O. (2017).
Patriazia Gillo ringrazia STEV&Co.
I dodici marchi costituiscono inoltre l` Esercito (vedi testo sotto) 3D di Dartco sotto forma di Nft.
Barone Rosso GT: courtesy Fondazione Arnaldo Pomodoro; Barone Rosso 2+2: courtesy Accademia dello Scivolo; Banda del Marameo: courtesy Casa Editrice Trieb. Video: Davide Sabattini. Foto: Rolando Paolo Guerzoni.
Il catalogo, che e` anche un album di figurine, e` edito dalla Fondazione Modena Arti Visive in collaborazione con l`Universita` degli Studi di Modena e di Reggio Emilia. Curato da Francesca Zanella, raccoglie i testi di Aldo Spoldi, Claudia Spoldi, Francesca Zanella. Grafica: Marco Avoletta, Giorgia Lupi. Traduzione: Karen Whittle.
Aldo Spoldi mentre firma il giocattolo soldatino.
Il Vigile
Scrive Aldo Spoldi:
“1. Per caso ho trovato nell’archivio dell’Accademia dello Scivolo una vecchia mia foto che mi ritraeva da vigile. Immediatamente in me è scattata la molla.
Questo bambino travestito da amico-nemico della legge e armato di un block notes divenne l’autore di tutte le avventure da me dipinte. Trasformai così il block notes in tavolozza, e l’alt della mano sinistra lo rifornii di pennello. Lo equipaggiai inoltre di altri due pennelli contenuti in una faretra. Era diventato il direttore d’orchestra dei futuri quadri dipinti. Il capitano di truppe artistiche che andavano ad esplorare il futuro.
2. Il Museo della figurina di Modena mi ha commissionato di trasformare il vigile che orchestrava il mio futuro in un soldatino. Non si tratta solo di un gadget, ma di un arruolamento di una armata Brancaleone, una donchiscottesca avanguardia, una favola per bambini: il giocattolo milite tenta di sostituire il grande racconto della critica d’ arte, che ha accompagnato le avanguardie artistiche, nell’arruolamento di un mini esercito artistico, in una milizia giocosa.”
L’esercito
“No! Non si tratta di marketing! I militi in 3D non sono tazzine di caffè, una merce al servizio del consumatore. Cristina Karanovic, detta Cristina Show, Andrea Bortolon, Angelo Spettacoli, Met Levi mirano a costruire un esercito. Comprare e vendere qui vuol dire arruolare. Un soldato comprato è un soldato in più dell’esercito dello Libero Stato dell’Accademia dello Scivolo. L’armata è simile ad una società per azioni, una S.P.A., dove la A finale è contemporaneamente un’Azione e un’Avventura. La storia non dice che la nascita delle società per azioni risale alle compagnie coloniali caratterizzate da rischi e avventure? Vuole guerra questo esercito? No. Vuole gioco. Le sue armi son giochi: il marameo è la sua bomba atomica, la risata il suo carro armato, l’ironia il suo radar. Ludicamente armato sfida, in singolar tenzone, sulla terra di Vascavolano la solitudine del mondo super tecnologico e globalizzato. Ah ah ah, è giocando, non solo lavorando, che si alza il Pil.”
La Sfida
I Soldatini dell’Accademia dello Scivolo duellano con le pedine del gioco degli scacchi di Duchamp
Il comitato scientifico dell’Accademia dello Scivolo ha il piacere di presentare la mostra di Aldo Spoldi “La Sfida”.
La mostra è stata tenuta presso l’Associazione culturale Bianca Pilat dal 9 Febbraio al 30 Marzo 2023 e curata da Angelo Spettacoli. Corre lungo i muri della galleria per 17 metri ed è accompagnata da un catalogo-pamphlet dedicato a Guy Debord, edito dall’Associazione Culturale Bianca Pilat, con testi di Accademia dello Scivolo, Angelo Spettacoli, Aldo Spoldi, Laura Quarti, Patrizia Gillo, Gabriele Perretta (1, 2, 3, 4, 5, 6).
Non è nata per dare una risposta alla cronaca attuale, non è un’apologia della guerra, ma un elogio del gioco.
La sfida è infatti tra i militi dell’Accademia dello Scivolo e le pedine della scacchiera di Marcel Duchamp.
Spoldi gioca, non fa a botte.
Non vuole la vittoria su Duchamp, desidera la sfida. I militi desiderano lo scacco vivo e riattivare il cuore pulsante dell’imperturbabile scacchista. La storia dell’arte non è più la storia dei morti, ma un organismo vivente. Dalle arti della guerra si passa ad un erotismo comico che da vita ad un giocattolo con tanto di narrazione: la prima mossa raccontata da Laura Quarti.
L’opera nasconde un segreto ideale: un monologo in cui il passato (Duchamp) viene studiato, riattivato e capitanato dal presente di Aldo Spoldi.
Su tale mostra ci piace citare l’ articolo di Ada Masoero pubblicato sul Giornale dell’arte e quello di Studio Jouissance accompagnato da un giocoso video.
ALDO SPOLDI.
LA GUERRA DEI MONDI
A cura Alberto Fiz
13 aprile – 21 maggio 2023
“Se e’ vero, come dice la mia biografia, che i lavori-gioco che ho realizzato rispecchiano le trasformazioni dei mondi che ho attraversato, l’arlecchino-pittore ci mostra che dopo la relativa caduta dei grandi racconti, il governo degli uomini, i tempi secolari, non sono che un particolare che appare su uno sfondo fiabesco e metafisico che tutti li coinvolge, li relativizza e li ricompone.”
[Aldo Spoldi]
Dal 13 aprile al 21 maggio 2023, Fondazione Stelline presenta la mostra La guerra dei mondi di Aldo Spoldi, a quarantacinque anni dalla sua prima mostra personale che ebbe luogo a Milano nel 1978.
La rassegna, a cura di Alberto Fiz, propone circa venti grandi lavori realizzati dal 1968 al 2022 che creano un’unica installazione di oltre 40 metri divisa in due parti: un atto unico che si snoda lungo l’intero spazio espositivo.
«Superando una scansione cronologica, Spoldi rimette in gioco il suo immaginario per mezzo di relazioni inedite e associazioni imprevedibili nell’ambito di una rassegna desiderosa di sviluppare un processo di perenne metamorfosi», afferma Alberto Fiz, curatore della mostra. Ed e’ lo stesso Spoldi a ricordare come «opere e personaggi si rincorrono, socializzano e danzano liberi dalla sociologia e dalla temporalità».
In base a una visione circolare della storia, l’artista crea un luogo di libertà dove compaiono alcune delle sue creazioni piu’ celebri, come la Banda del Marameo (1968), il Circolo Pickwick (1978), La Guerra del Bottoni (1980),I Personaggi Virtuali (1996), l’Accademia dello Scivolo (2007), Cristina Karanovic Ragazza blu – “La storia del Mondo (2011), La sfida (2022).
«Le opere si muovono, evolvono, si accoppiano, si riproducono. Radicate o rizomatiche si fanno avanti, si fanno linea. Assomigliano a uno squadrone che si mette in cammino: il 1968 attacca con garbo il 1977, il 1977 intende comandare il 2000 che intende a sua volta contrastare il 2023», afferma Spoldi in un’ironica metafora militare che dà il titolo all’intero progetto espositivo, dove tutto si condensa nell’incertezza del presente.
L’ibridazione di epoche e stile dà vita a dialoghi imprevedibili che coinvolgono lavori quali Buongiorno signor Spoldi, esposto nel 1996 alla Quadriennale di Roma, e l’Arlecchino pittore, un grande lavoro inedito di tre metri, realizzato appositamente per questo progetto alla Fondazione Stelline. «L’arlecchino pittore anche un po’ spadaccino scappa fuori dal quadro, dalla stanza, si ingigantisce e apre d’un soffio un visivo poema epico», sottolinea Spoldi.
La mostra e’ organizzata e promossa da Fondazione Stelline con il patrocinio di Regione Lombardia e Comune di Milano e con il contributo di Gruppo ZENIT .
L’esposizione sarà’ accompagnata da un catalogo a cura di Alberto Fiz edito da Allemandi, con testi del curatore, di Aldo Spoldi, di Loredana Parmesani e di Alessandra Klimciuk.
1.
Sono contento! La “Guerra dei Mondi” mi ha permesso di conoscere una tecnica pittorica che non conoscevo.
2.
A dire il vero individuai le tracce di tale tecnica nella mostra “La Storia del Mondo” alla Fondazione Marconi. Le tracce mi condussero sul sentiero di un`altra esposizione, “Le Avventure di Aldo”, tenuta al Museo della Figurina di Modena.
Si’, poi ci fu “La Sfida” all’Associazione culturale Bianca Pilat.
Strano, i sentieri non si sono interrotti.
3.
Badate bene: il sentiero che carica non parte da batterie o da fili elettrici, ma da un quadro del 1968, facendo compagnia a quello del 2000, che sta assieme a quello del 2023. Questa combricola sembra trasformare la tragedia delle secolari mimesis dei quadri suddetti in un’unica composizione: una catartica Metafisica che chiamo Patafisica.
Non conosciuta in pittura, quest’aria patafisica invisibile, ricorda la vernicetta finale chiamata atramentum, che univa in un’atmosfera legante le dissonanze dei colori.
4.
A differenza dell’atramentum, alla patafisica aria non serve pennello per stenderla, si fa da sola. Sorvolando il Kunstwollen, e sfuggendo dalle secolari mimesis dei quadri, si mostra invisibile come l’Essere in pittura,e si dimostra, concigliando le mimesis storiche in una catartica e unica composizione.
(Aldo Spoldi, testo letto in occasione della presentazione dei cataloghi “La Guerra dei Mondi” e “Plastiche Apparenze”, editi da Allemandi )
Si ringraziano Erica Tamburini, Ada Masoero,Franco Fanelli e Studio Jouissance per i bei articoli sulla mostra.